L’immagine personale è una questione complessa e multidimensionale, influenzata da molteplici fattori, tra cui la cultura, la personalità, il contesto sociale e le esperienze individuali. Per questo motivo, sempre più persone si rivolgono ai consulenti d’immagine per poter migliorare la propria figura. Il compito di un image consultant è quello di fornire un servizio qualificato e professionale cercando di rimanere quanto più oggettivo possibile rispetto alle caratteristiche fisionomiche del cliente, senza farsi influenzare dalle preferenze estetiche personali nonché da una molteplicità di fattori di natura culturale e sociale.
Tuttavia, i consulenti d’immagine, come tutti i professionisti, possono essere suscettibili ai bias cognitivi, ovvero i preconcetti o le distorsioni nella loro elaborazione delle informazioni. Questi possono influenzare il modo in cui i consulenti d’immagine interpretano le esigenze dei clienti, le loro preferenze e i loro obiettivi, portando a una consulenza inefficace o addirittura dannosa per i loro clienti.
Per contrastare l’effetto dei bias cognitivi e fornire una consulenza accurata e personalizzata ai clienti, l’alta formazione può essere un rimedio efficace per i consulenti d’immagine.
Indice:
- Cosa sono i bias cognitivi
- I bias cognitivi e la consulenza d’immagine
- Bias Effetto Halo
- Bias dell’effetto Dunning-Kruger
- Bias della conferma
- Bias dell’ancoraggio
- Bias della proiezione
- Bias della disponibilità
Cosa sono i bias cognitivi?
I bias cognitivi sono delle “risposte automatiche che il cervello elabora” che ci portano, talvolta, a elaborare le informazioni in modo parziale o distorto, influenzando le nostre decisioni, i giudizi e i comportamenti. Queste modifiche possono essere causate da molteplici fattori, tra cui l’esperienza personale, il contesto culturale nel quale ci si trova, ma anche il proprio carattere e le attitudini di ciascuno.
I bias cognitivi sono spesso considerati come una sorta di shortcut mentale, che ci consente di elaborare informazioni in modo più veloce ed efficiente; non bisogna però sottovalutare che questo modo di pensare possa determinare, a volte, un’interpretazione errata della realtà. In altre parole è possibile che le informazioni vengano filtrate da quelli che sono i personali condizionamenti e quindi si possano elaborare le informazioni in modo selettivo, tralasciando alcuni dettagli o aspetti rilevanti.
Tra i bias cognitivi più comuni c’è la conferma delle aspettative, ovvero il processo mentale che ci spinge a cercare e interpretare le informazioni in modo che confermino le credenze preesistenti. Questo può portare a un circolo vizioso di pensiero, in cui le nostre convinzioni si rafforzano sempre di più, anche quando non corrispondono alla realtà.
Un altro bias cognitivo comune è l’effetto di annullamento, ovvero il tendere a ignorare le informazioni che contraddicono le nostre convinzioni, attribuendole a fattori esterni o a errori di interpretazione. Questo può portare a una mancanza di considerazione di informazioni importanti e a una scarsa capacità di cambiare opinione.
Altri bias cognitivi includono la dissonanza cognitiva, l’ancoraggio, l’effetto di disponibilità, il bias di conferma e molti altri: ciascuno di questi errori di pensiero ha un impatto significativo sulla nostra capacità di pensare in modo obiettivo e razionale, e sulla nostra capacità di prendere decisioni informate.
Per gestire l’impatto dei bias cognitivi, è importante essere consapevoli della loro esistenza e cercare di identificarli quando si presentano.
I bias cognitivi e consulenza d’immagine
I consulenti d’immagine, come tutti i professionisti, devono confrontarsi con i bias cognitivi e saperli riconoscere tempestivamente consente di portare avanti la propria attività in maniera completa e soddisfacente.
Bias dell’Effetto Halo
Bias cognitivo dell’Effetto Halo porta i consulenti d’immagine con meno esperienza o che hanno conoscenze poco approfondite della materia a trarre conclusioni affrettate durante una delle quattro analisi, in base alle prime impressioni o a un singolo elemento del suo aspetto specifico, senza considerare il quadro generale. Ad esempio, un consulente potrebbe valutare un cliente positivamente solo perché ha un sorriso accattivante, senza considerare altri aspetti della sua immagine personale.
Bias dell’effetto Dunning-Kruger
Il bias dell’effetto Dunnin-Kruger si verifica quando un consulente d’immagine sopravvaluta le proprie abilità o competenze e tende a sottostimare la complessità e la difficoltà del lavoro che sta svolgendo. Si tratta di un tipo di errore figlio dei nostri tempi e i consulenti d’immagine che non hanno frequentato un corso di alta formazione raramente possono comprendere il grado di complessità della materia, portando a sottovalutarla e ad essere i primi a renderla squalificante per sé stessi e il cliente.
Bias della conferma
Il bias della conferma ha luogo quando un consulente d’immagine cerca di confermare le aspettative o convinzioni preesistenti del cliente, ignorando o minimizzando le informazioni che contraddicono le sue convinzioni. Una delle situazioni più ricorrenti si verifica durante l’analisi armocromatica: spesso, infatti, il cliente si rivolge ad un consulente d’immagine pensando (e dichiarando) di appartenere ad una determinata stagione armocromatica, senza aver mai richiesto una consulenza con i drappi o i tool.
Bias dell’ancoraggio
Il bias dell’ancoraggio si verifica ogni volta che un consulente d’immagine non si pone con la sufficiente apertura mentale nei confronti di una nuova consulenza e si “attacca” ad un singolo particolare perdendo la visione d’insieme. Ad esempio, se un cliente si presenta con un abito formale all’appuntamento il consulente potrebbe pensare, erroneamente, che questo sia lo stile che lo contraddistingue, mentre potrebbe trattarsi di un semplice abbigliamento da lavoro.
Bias di proiezione
Il bias di proiezione ha luogo quando i consulenti d’immagine proiettano le loro preferenze personali sui loro clienti, anziché considerare i gusti e le esigenze individuali di ciascuno. Ad esempio, un consulente d’immagine che ama i colori vivaci potrebbe suggerire a un cliente di indossare abiti troppo appariscenti, senza considerare che questa scelta potrebbe non essere adatta alla personalità o al contesto del cliente.
Bias di disponibilità
Bias di disponibilità si ha quando i consulenti d’immagine basano le loro scelte su informazioni facilmente disponibili, piuttosto che su informazioni più complete o accurate. In questo senso è essenziale che l’image consultant basi la propria attività su conoscenze teoriche e tecniche e sull’utilizzo di strumenti che lo conducano alla creazione di un’immagine coerente con le aspettative del cliente.
L’alta formazione è il rimedio contro i bias cognitivi sulla consulenza d’immagine
È chiaro che i bias cognitivi possono influenzare il lavoro dei consulenti d’immagine in modo significativo, impedendo loro di fornire un servizio personalizzato e accurato ai propri clienti. Per evitare di limitare gli effetti deleteri di queste distorsioni cognitive è essenziale che i professionisti dell’immagine non solo li conoscano, ma che investano costantemente in percorsi di formazione e perfezionamento professionale: solo, infatti, la conoscenza della materia e degli strumenti di questo mestiere possono contrastare questi “errori di pensiero”.
L’alta formazione è un potente rimedio contro i bias cognitivi: affidandosi a docenti esperti gli image consultant possono acquisire tutti gli strumenti teorici e tecnici per poter portare avanti la propria attività in maniera rilevante, completa e remunerativa.
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